Parlando di sport alternativi alla Mtb, non si può non parlare di Sci Alpinismo. Soprattutto per chi ha un monte innevato a poca distanza da casa, l’Alpinismo è una delle migliori alternative alle ruote grasse. Ha una controindicazione però, è tutt’altro che facile.
Così come per lo sci da discesa, anche le cosiddette “pelli di foca” necessitano di una tecnica ben precisa per una corretta pratica sportiva. L’attrezzatura è fondamentale, a partire dagli scarponi, che se non sono perfetti per i nostri piedi, diventano degli inferni di vesciche dopo pochi chilometri. Al di la delle tecniche (che è bene imparare con maestri abilitati), lo sci Alpinismo aiuta tantissimo agli allenamenti in soglia e fuorisoglia. E’ uno sport duro e faticoso, dove la soddisfazione per aver scalato una montagna è ripagata con gli interessi.
A differenza di una comune uscita in Mtb, una volta in cima, è possibile cambiarsi i vestiti in un rifugio e scendere con indumenti asciutti e non come succede in bici, con divise zuppe e intrise di sudore che rischiano di farci ammalare.
La mia prima gara di Sci Alpinismo: esperienza bella e terribile
Una delle mie primissime esperienze con gli “sci da salita” è stata una competizione a Pinzolo, la Tulot Vertical Up, su una distanza in salita di circa 3,5 km.
Gli allenamenti portati avanti fino a quel giorno, contemplavano un passo veloce in salita dove il cuore (in base alla pendenza del sentiero) stava costantemente ad un buon 80% con un cosiddetto “filo di gas”. In Mtb in inverno per tenere un 80% mi sarei dovuto impegnare molto di più, sudare molto di più e rischiare di ammalarmi molto di più… Con l’alpinismo, la semplice camminata è faticosa.
Allo start della mia prima competizione mi sono reso conto sin da subito che i miei “avversari” se così si potevano chiamare, non avevano intenzione di fare una scampagnata nei boschi. Al pronti, via hanno iniziato letteralmente a correre su una pendenza del 40% circa. “Sono fuori di testa” ho pensato subito. Si perchè la nostra gara consisteva nel risalire una pista nera con un dislivello positivo di circa 900 metri. Il che vuol dire una vera e propria arrampicata e ostacoli oltre il 60% di pendenza.
Intendiamoci, non dritto per dritto. Chi sa un po’ di cosa stiamo parlando, sa che con pendenze elevate, la montagna si risale o con le classiche “Zeta” (Tornantini molto stretti in contropendenza che non solo richiedono un equilibrio da professionisti, ma anche una tecnica perfetta di esecuzione) oppure con sci in spalla e ramponi. Le conseguenze dell’improvvisazione a queste pendenze sono facili da immaginare: lo scivolamento a valle e il rifare tutto da capo.
Più che una gara è stata un’agonia. Dal primo all’ultimo metro in fuorisoglia per arrivare quando i primi erano già a tavola. Tuttavia questa pratica è servita a molto nel periodo di gare successivo della Mtb. Maggior sopportazione alla fatica, miglior equilibrio, maggior ossigenazione del sangue e a livello mentale, più voglia di risalire sulla Mtb. Quindi se quest’inverno andate in montagna, evitate di prendere una seggiovia. Provate a conquistarvi la propria vetta da soli…
Foto Credit @Tulot Vertical Up – Eroica Ski Alp Val Rendena
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