A un anno di distanza non si vede ancora l’uscita dal tunnel del Covid-19. Non c’è un lockdown generale ma la vita va avanti seppur a singhiozzo.

Rispetto lo scorso anno si può pedalare con relativa tranquillità e partecipare anche a qualche evento. Sembra però che questo non scoraggi gli odiatori professionisti dei social.

Il mondo del ciclismo è stato quello meno colpito con gli ultimi DPCM e c’è chi prova a tornare alla normalità. Un organizzatore che oggi si mette ad organizzare un evento dovrebbe ricevere un premio. Tante sono le responsabilità, poco o nulla il ritorno economico. I numeri di due anni fa, tante Gran Fondo se le scorderanno e i protocolli sanitari implicano più spese per gestire zone di protezione e alimenti confezionati. Per non parlare poi degli Sponsor, che con il clima di incertezza che regna, sono sempre meno.

Chi organizza sbaglia. Lo avevamo detto con largo anticipo, già un anno fa che questa situazione non si sarebbe risolta “in due giorni”. Chi ha annullato lo scorso anno riprogrammando i propri eventi l’anno dopo e poi è stato costretto a ri-posticipare ulteriormente, sicuramente non ha fatto delle valutazioni corrette, ma oggi giorno, si leggono troppe sentenze irrispettose di chi prova a garantire un servizio agli appassionati in una situazione come questa.

Più rispetto per gli organizzatori quindi. Usare i social per denigrare l’operato di alcuni colleghi o per sparare sentenze senza conoscere le metodiche di lavoro non renderà la vostra giornata migliore. Dovremmo sentirci tutti più fortunati ad avere la possibilità di praticare il nostro sport con relativa tranquillità. Ci sono settori che vorrebbero ripartire ma non hanno nemmeno quella speranza al momento. Noi ce l’abbiamo. E’ difficile? Sì. E’ complicato? Sì. Ci proviamo? Sì