Il ruolo dell’organizzatore nel 2021 è diventato uno dei mestieri più difficili da intraprendere. Abbiamo parlato del problema della Jungla di date che la pandemia porterà con se anche nel 2021 e nel bisogno di svolgere eventi già pagati dal 2020. Ma non è solo questo. Organizzare un grande evento purtroppo non vuol dire solo vedere quello che è sotto tutti gli occhi di ogni appassionato. La parte “nascosta” o burocratica di richiesta permessi e nulla osta vari è altrettanto complessa. Se quello dei permessi è un iter contorto in condizioni normali, in piena pandemia, con amministrazioni locali e prefetture cariche di lavoro, può diventare un percorso infattibile.

I permessi gara richiedono infatti circa 60 giorni di tempo di valutazione da tutti gli organi competenti e vanno presentati con largo anticipo. Spesso i permessi arrivano solo qualche giorno prima dell’evento. Un rischio che molti organizzatori in un momento storico come questo non possono permettersi. I vari DPCM poi, spesso vanno in contrasto con molte realtà locali e ordinanze che sono più restrittive della norma. Il CONI in collaborazione con la FCI e gli enti ha già stilato un elenco di manifestazioni di interesse nazionale per il quale è consentito lo spostamento. Ma questo non basta. Se infatti nella location di un evento sussiste un’ordinanza del Sindaco che vieta qualsiasi forma di assembramento la partita è chiusa, anche perchè nell’iter di permessi di una gara, la parola del comune è sempre l’ultima e la più importante. Il vero problema è che la situazione è in continua evoluzione. Un rischio troppo alto per molti organizzatori che hanno migliaia di iscritti e decine di migliaia di euro di spese.

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