Il Gravel è diventata una realtà, non solo tra gli stradisti ma anche tra i biker, così un giorno, i nostri amici di Cicli Migani ci hanno incuriosito con un loro itinerario veramente spettacolare fino a Urbino. Gli abbiamo chiesto più informazioni, e anche se l’itinerario è ancora “segreto” questo è il loro racconto…

Dal mare a Urbino in Gravel

Rider – Denis Migani

Risaliamo il fiume Conca dalla sua confluenza con l’ Adriatico fino a Morciano tra la foschia del mattino… Verso Montefiore Conca e poi Tavoleto, il sole comincia a scaldare anche se è Novembre. San Giovanni di Auditore pare disabitata, ci sono solo le voci di Danilo e Marco e le nostre catene piene di olio e umidità. Valle Avellana vista dall’alto pare una cartolina così come il monte Osteriaccia. Aldilà del fiume Foglia una strada si inerpica verso il “caldese”: bianca e polverosa, ogni tanto una quercia, i campi già pettinati per la nuova semina.

Un tratto di Urbino in Gravel

Si sale continuamente lasciando strade maestre per stradelle che ridiventano a loro volta ancora strade vere. Chilometri e chilometri in leggera pendenza ci spingono sempre più a sud senza fatica in un interminabile crinale. A destra geometrie di campi sovrapposti appoggiati alle colline; a sinistra boschi sterminati colorati dall’autunno.

All’ improvviso il cambio di direzione sulla ghiaia battuta e un’ infinita’ di saliscendi presi di slancio.. Il borgo di case ci avverte che è ora di scendere verso la valle dell’Apsa: tortuosa, infida, polverosa, instabile. Le ruote affondano e riaffiorano comandate dalle decise pinzate sulle leve dei freni. Il fondovalle ci ristora per qualche chilometro davanti a noi lassù compare Pieve di Cagna.

Il circolo del paese lo troviamo, come sempre, sempre aperto per una piccola sosta. Ritorniamo a valle velocemente. Urbino pare una chimera: si fa desiderare, ogni tanto un cartello ma noi sempre dalla parte opposta andiamo, fuggiamo dalle statali, dalle provinciali e dal traffico. All’improvviso Marco si infila in una piccola via, noi a ruota. La pendenza si fa aspra, la vista di piccole e ben curate casette, vigne colorate e orti ci allieta la ”monticatura”.

La strada diventa bianca, più dolce e ombreggiata, siamo di nuovo in alto tra colline ancora più alte in questa stupenda via che pare non abbia fine. Si comincia a vedere qualcosa nella lenta intermittenza causata dal filare di querce di lato.

Finalmente Urbino

All’ improvviso Urbino è lassù, finalmente si è rivelata. Sembra lontanissima. La visione ci galvanizza, pedaliamo con entusiasmo mentre la strada esce dal bosco. Al trivio ritorna l’asfalto, i casolari sembrano indicarci la direzione ma siamo come spinti, trasportati velocemente. Ci ritroviamo in un baleno al cospetto di una meraviglia: Urbino.

Rider – Denis Migani