La tragica morte del ciclista Davide Rebellin ha riacceso i riflettori su un problema mai risolto, quello della sicurezza stradale. Seppur con numerosi investimenti per piste ciclabili, la strage di noi appassionati continua imperterrita con una crescita esponenziale negli anni.

Sicurezza stradale: le statistiche di una strage

Per rendersi conto della gravità della situazione basta collegarsi al sito www.asaps.it

Scoprirete dei numeri tragici (e non solo per quanto riguarda i ciclisti) delle vittime sulle strade italiane. E’ aumentato tutto: incidenti stradali, pedoni e ciclisti grandi e piccoli. Nei primi 8 mesi dell’anno ci sono stati 103 morti.
Un bambino di 7 anni a Cesena e un ragazzo di 14 anni a Milano sono morti in 15 ore pedalando sulle strade. 

Nel 2021 è stato toccato il record di 220 morti tra i ciclisti (quasi uno al giorno). Ai pedoni non va meglio con oltre 200 morti da Gennaio a ottobre 2022 e con 471 vittime nel 2021. 

L’immissione dell’omicidio stradale sembrava dover risolvere in parte questo problema, ma non solo non lo ha risolto, lo ha addirittura peggiorato. E viene da pensare che se non ci fosse stato nemmeno quello, probabilmente oggi si conterebbero molte più vittime.

Pochi investimenti nella Sicurezza stradale

Chiaramente il dito sulla Sicurezza Stradale è puntato sulle istituzioni pubbliche che sembra non riescano a trovare soluzioni adeguate a questo problema. Sul sito italiadomani.gov.it   è possibile visionare il progetto di investimento del Governo da 600 milioni di euro con 365 km di nuove piste ciclabili urbane e metropolitane e altri 1.235 km di piste ciclabili. Tuttavia l’Italia investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane.

Il risultato è che l’Italia, sul piano della ciclabilità, è il fanalino di coda del contesto europeo. Le città italiane hanno una media, secondo i dati Istat, di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, considerando i chilometri medi, superiori, di Helsinki (20 km/10.000 abitanti), Amsterdam (14 km/10.000 abitanti) o Copenaghen (8 km/10.000 abitanti).

Una società che vive sempre di corsa

Ammesso però che questi investimenti vengano fatti e l’Italia si sviluppasse in linea con le sorelle europee rimane un problema sociale che è IL PROBLEMA generale. La globalizzazione ci ha abituato ad un mondo sempre più comodo dove si vive sempre più veloce. Siamo stati noi stessi i primi a fomentare la crescita esponenziali di e-commerce che consegnano in un giorno, di pizze e panini a domicilio il prima possibile, di prodotti globali sempre disponibili, di automobili che hanno pc e televisioni incorporate, che fanno tutto da sole e che ci distraggono dall’attenzione della guida. Nelle scuole non esistono ore dedicate sulla sicurezza della propria persona e di quella altrui. Ne consegue che il risultato di tutti questi vizi che ci siamo voluti creare si sono riversati in traffico ed incidenti di gente distratta e di fretta. 

Oggi dopo la morte di Davide Rebellin, tutti dovremmo sentirci un po’ colpevoli, tutti dovremmo chiederci se tutto quello che ordiniamo su internet ci serve veramente per il giorno dopo o addirittura subito. Tutti dovremmo chiederci se noi stessi effettivamente quando guidiamo, guidiamo concentrati e basta. Tutti oggi, dovremmo darci una bella calmata…