Facciamo finta che sia il 4 maggio e che finalmente ci sia il via libera (parziale) per uscire in Mtb almeno da soli e nel proprio territorio.

La prima cosa che probabilmente faremo è mettere una divisa a caso, gonfiare le gomme della Mtb e partire a tutta velocità. Pedalare con l’aria mite di maggio, il sole, il rumore della natura, sono tutte cose che nemmeno il programma più virtuale acquistato per i vostri rulli riuscirà mai a riprodurre fedelmente… Usciamo dal paese, ci infiliamo nel primo sentiero e pedaliamo a tutta forza per sfogare giorni e giorni di ansia repressa. Il terreno però è più instabile del solito (probabilmente perchè avremo perso anche un po’ di manico), i rami che sporgono sul trail sono sempre più fitti e arriviamo ad un certo punto che il sentiero è quasi completamente chiuso…

Ecco un altro problema… Oltre un mese di zero traffico sui sentieri (e di zero manutenzione da parte degli organizzatori locali) hanno permesso alla vegetazione della primavera di iniziare a crescere senza vincoli sia ai lati che per terra, rendendo ogni sentiero una strada a ostacoli non indifferente. Non solo, perchè anche anche la fauna selvatica avrà riconquistato il territorio e sarà più facile del solito imbattersi in qualche capriolo, cinghiale o peggio ancora lupi. Ritorneremo in un mondo leggermente mutato, meno curato e più selvaggio, dove l’attenzione sarà fondamentale per non andare subito con il sedere per terra. Mai come tra qualche mese tornerà utile l’attività degli appassionati che cureranno alcuni sentieri della zona (soprattutto organizzatori) e mai come ora, sarà importante apprezzare gli interventi che verranno fatti da chi preparerà nuovamente i vostri “campi di allenamento e battaglia”.