Grazie alla rivista Cicloturismo che in queste settimane si sta interessando molto al problema FCI e ACSI, abbiamo avuto modo di leggere in questi giorni le diverse motivazioni sia da parte del presidente SAN FCI, Gianni Cantini che del responsabile ACSI Ciclismo e vicepresidente ACSI Emiliano Borgna. Entrambe le interviste sono integrali a questi link:

In sintesi ecco i punti salienti delle due interviste FCI e ACSI:

TemaFCI – Intervista a Gianni Cantini (27 ottobre 2025)ACSI – Risposta ufficiale (31 ottobre 2025)Differenze
ContestoSospensione della convenzione FCI–ACSI dopo mesi di discussioni.Replica all’intervista FCI per “fare chiarezza” e difendere il lavoro svolto.Entrambe le parti riconoscono la sospensione, ma divergono sulle cause e conseguenze.
Motivazione ufficiale della sospensioneACSI avrebbe violato gli accordi, in particolare sull’organizzazione di Gran Fondo oltre 120 km, che l’accordo riservava alla FCI.ACSI nega di aver violato l’accordo; sostiene che le manifestazioni si sono svolte nel rispetto delle regole FCI parla di violazione tecnica; ACSI di infondatezza giuridica e comunicazione non ufficiale.
Durata dei contatti precedenti“Sette mesi di lavoro e confronto” prima della sospensione.Conferma i contatti, ma lamenta che non ci sia stato dialogo effettivo negli ultimi tempi.Entrambe ammettono un confronto lungo ma inefficace.
Tipologia di manifestazioni al centro della contesaLe Gran Fondo sopra i 120 km devono rientrare nella sfera FCI.ACSI rivendica il diritto di organizzare liberamente eventi amatoriali, anche oltre 120 km, nel rispetto del Codice della Strada.La soglia dei 120 km è il punto tecnico più controverso.
Riferimenti normativiConvenzione FCI–ACSI (non rispettata).Art. 9 del Codice della Strada e leggi nazionali che legittimano gli enti di promozione sportiva.FCI basa l’argomento su una convenzione privata; ACSI su norme generali statali.
Partecipazione atleti e tesseratiRichiama la necessità di chiarezza: tesserati ACSI non dovrebbero gareggiare in eventi FCI e viceversa, finché la convenzione è sospesa.Smentisce i divieti: nessun documento ufficiale FCI vieta la partecipazione incrociata; molti atleti ACSI hanno corso regolarmente anche in gare FCI.FCI parla di prudenza; ACSI accusa FCI di creare confusione senza basi regolamentari.
Responsabilità per la situazioneACSI non ha rispettato gli accordi firmati.FCI sta danneggiando l’intero movimento amatoriale con decisioni unilaterali.Scarico reciproco di responsabilità.
Danni al movimentoConfusione temporanea, ma necessaria per ripristinare ordine.Grave danno di immagine, economico e sportivo: “Si sta danneggiando tutto il movimento”.FCI minimizza l’impatto; ACSI lo enfatizza.
Posizione su atleti e organizzatoriFCI punta al rispetto delle norme per tutelare anche gli organizzatori.ACSI difende la libertà degli organizzatori e denuncia l’aumento dei costi (tessere giornaliere, quote).FCI parla di disciplina, ACSI di libertà associativa e costi sostenibili.

Da questo primo confronto FCI ha una maggiore chiarezza istituzionale con una posizione di leadership e di chi “detta le regole”. Tuttavia a giudicare dai commenti letti nel mondo social, ACSI detiene la maggior empatia verso atleti e società con un dialogo molto più vicino al mondo amatoriale. Lo stesso Borgna e costantemente sui campi di gara vicino agli amatori con il quale si confronta. ACSI ha (soprattutto nel mondo strada) maggior influenza sul mondo amatoriale. Lo conferma anche la lettera dei 67 organizzatori indirizzata proprio alla FCI. L’obiettivo comune rimane trovare una soluzione, ma leggendo entrambe le interviste, la strada sarà tutt’altro che facile. E nel frattempo atleti e organizzatori rimangono in attesa…