Davide Magnani oggi ha 22 anni. Classe 2003 è alla sua seconda stagione da professionista tra gli Under23. Un atleta che abbiamo imparato a conoscere negli anni passati con il Caveja Bike Cup quando militava nel Team Valle del Conca. Poi il passaggio alle Frecce Rosse ed infine alla Bad Team dove pochi giorni fa ha colto la sua prima prestigiosa vittoria al Carpegna Mi Basta.

Dal 120° posto del 2022 alla vittoria tre anni dopo. Una storia di passione e di sacrifici. Un percorso di rinascita da un periodo buio al gradino più alto del podio. Come nelle salite epiche più belle e lunghe, un’intervista che deve far riflettere a tutti noi di quanto sia importante lo sport soprattutto nei giovani direttamente dalle parole di chi lo pratica.

Ciao Davide. Congratulazioni per la vittoria di ieri, la prima assoluta in una Granfondo nazionale e nelle nuove vesti da Under23. Che sensazione è stata?

Ciao Davide e Grazie per questa intervista. Si è stata una sensazione bellissima. In realtà non avrei mai pensato che andasse a finire così. Le sensazioni erano buone e a metà gara mi sono ritrovato con i miei compagni di allenamento Giacomo e Lorenzo. Solo a quel punto ho pensato che sarebbe stato bello giocarsela. Così nell’ultimo strappo ho dato tutto e quando ho visto di aver creato un gap tra me è Pierpaoli un brivido mi ha attraversato tutto il corpo. E’ stata come una dose di adrenalina che mi ha praticamente spinto all’arrivo. E’ stato bellissimo.

Noi abbiamo imparato a conoscerti con il Caveja Bike Cup ma quando hai iniziato ad andare in bici? Da dove è nata questa passione?

Ho iniziato da piccolino con le categorie G1 e G2, poiché mio babbo era tesserato alle Saline di Coriano. Poi visto che la nostra zona è ricca di amanti non solo della bici, ma anche dei motori, ho provato anche le minimoto. Mi sono riavvicinato alla Mtb solo nel 2022 proprio da Carpegna dopo dei problemi di salute. Pensare che in quell’anno avevo fatto fatica ad arrivare all’arrivo e oggi l’ho vinta è stata una bella soddisfazione

Direi un bel segno del destino! Cosa ti ha fatto tornare dopo i tuoi problemi di salute?

E’ stata una cosa del tutto naturale essendo la bici comunque il mio primo amore. Con la crescita ho avuto un po’ di problemi ormonali. Sono sempre stato magro, ma in quel periodo ero arrivato a pesare anche 20 chili in meno di adesso. La mia famiglia mi è sempre stata molto vicino e non smetterò mai di ringraziarli, e la bici è stata un po’ la mia rinascita.

Come dicevo prima ci siamo conosciuti nel 2023 al Caveja Bike Cup. Pensi che l’ambiente del Caveja Bike Cup ti abbia aiutato a crescere bene come atleta sia come percorsi che come ambiente di gare?

Certamente, l’ambiente del Caveja è un bel contesto di agonismo ed amicizia. Non c’è un clima teso di gara. C’è il momento dove si corre ma poi il contesto è bellissimo e mi sono trovato molto bene. Può essere sicuramente un punto di partenza per i giovani che poi vogliono provare a crescere. Un po’ quello che ho fatto io…

Il passaggio nell’ambiente professionistico come è stato?

E’ avvenuto già l’anno scorso grazie alle Frecce Rosse, che grazie alla loro struttura mi hanno permesso di iniziare questo percorso. Venendo dal Caveja ho iniziato con gli Internazionali d’Italia, ma con la mia conformazione fisica, ho scoperto di essere a mio agio anche nelle Marathon scoprendo una passione aggiuntiva per le gare nelle lunghe distanze. L’ambiente è molto bello, sicuramente un po’ meno amichevole rispetto alle corse solo amatoriali, ma è un bel contesto che ti fa sentire valorizzato come atleta.

Si parla tanto nel nostro sport di poco ricambio giovanile e dei relativi problemi annessi, ma tu che sei uno dei diretti interessati cosa pensi a riguardo?

E’ vero al momento non ci sono molti giovani. La Mtb purtroppo è uno sport fatto di tanti sacrifici. Bisogna avere tanto tempo e voglia oltre che una disponibilità economica che non è da poco se consideriamo tutto il contesto.  Ci vuole molta passione per far tornare tutto ed essere costanti.

Cosa dovrebbe fare il movimento generale per migliorarsi (noi organizzatori compresi)?

Noto che alcune prove sono precluse a giovani ed Elite. Sarebbe bello sicuramente avere meno burocrazia per ampliare anche di più la scelta delle gare soprattutto tra i giovani e dare la possibilità di correre magari vicino casa o in un percorso più preferito di un altro.

Tu che sei un giovane alle prese con il mondo professionistico sei supportato dalla Federazione o noti delle difficoltà particolari?

Non noto particolari difficoltà. Noi siamo anche agevolati in quanto in molte gare non dobbiamo sostenere la quota di iscrizione. Al momento non ho mai avuto problemi con giudici o commissari vari

Davide. Ieri hai vinto il Carpegna mi Basta. Sappiamo che per vincere una gara allenarsi è tutto. Ma quanto conta la motivazione mentale in questo sport oltre a quella fisica?

Penso che la maggior parte della prestazione venga dalla testa e, a tal proposito voglio ringraziare Gianmaria Bartolucci, il mio preparatore nonché amico che in questo caso mi ha aiutato molto. Durante la preparazione invernale infatti mi è sorto un problema al ginocchio che mi ha costretto ad un mese e mezzo di riposo forzato proprio in concomitanza dell’inizio della stagione. Gianmaria è stato fondamentale per non perdere la concentrazione e proprio a lui voglio dedicare la vittoria di Carpegna.

Questa è una bella cosa! C’è qualche altra dedica che vuoi fare?

Forse è scontato ma sicuramente alla mia famiglia che mi ha sempre seguito e supportato da sempre. Penso sia fondamentale in un percorso come quello sportivo (ma non solo) l’appoggio famigliare. Non da ultimo la squadra, il Bad Team che mi ha sempre assecondato in ogni mia scelta.

Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?

Ora andrò alla Hero Dolomites, che quest’anno è anche prova di Coppa del contest internazionale. Poi con il mio compagno Luca Cacchi faremo l’Appenninica Stage Race che è una gara a tappe.

Ultima ma forse più importante delle domande: cosa senti di dirti a un giovane che oggi vorrebbe provare a cimentarsi in questo sport?

Di prendere la bici e andare, senza tante tabelle, obiettivi o classifiche. Iniziate a pedalare. La bici farà il resto…