La prima volta che ho capito il vero senso della parola Libertà, avevo 26 anni, ad una delle mie prime esperienze nel campo del giornalismo. Ero andato a Gerusalemme per la cerimonia di inserimento tra “Il Muro dei Giusti” allo Yad Vashem il nome di Gino Bartali.
Tutti voi conoscete la storia e ciò che ha fatto il campione di ciclismo toscano durante la Seconda Guerra Mondiale, rischiando ogni giorno la vita per aiutare chi in quel periodo non aveva nulla: un diritto, un’ identità, un nome… Fino quel giorno non ci avevo mai pensato ma il concetto di Libertà che avevo era molto sminuito. Per me la libertà era avere il tempo di andare in bicicletta, tempo per fare gli affari miei. Non avevo mai visto la libertà nel vero senso della parola, nell’aver l’opportunità di vivere una vita senza costrizioni, con diritti, possibilità di scelte e democrazia.
La Festa della Liberazione non è solo un buon momento per stare in ferie dal lavoro, ma è un giorno veramente importante per la nazione in cui viviamo, perchè se oggi andiamo in bicicletta in completa libertà lo dobbiamo a chi è stato meno fortunato di noi. Siamo nel 2025, abbiamo studiato sui libri di storia le atrocità che le guerre portano. Ciononostante, ne abbiamo due alla porta destra ed alla porta sinistra di casa nostra, dove ogni giorno si vive non per preparare una Granfondo come facciamo noi, ma semplicemente per sopravvivere. Ecco allora che ogni colpo di pedale diventa importante. Ogni momento passato a fare quello che vogliamo non è più scontato, anche se a volte ci sembra poco. Pedaliamo perchè siamo liberi e perchè no, pedaliamo anche per sognare un mondo migliore, il nostro…