La notizia del temporaneo (si spera) annullamento della Granfondo Monteriggioni, al quale va la nostra più completa solidarietà, riaccende un tema molto importante nel panorama amatoriale delle organizzazioni di eventi sportivi, ovvero quello dei permessi gara.

Senza ovviamente entrare nel merito delle singole casistiche, che sono tante e varie, sempre più realtà sono costrette ad abbandonare i propri progetti di promozione del territorio per i cavilli burocratici che attanagliano sopratutto chi organizza eventi per volontariato. Non bastano quindi le responsabilità civili e penali (ne avevamo parlato in questo articolo), ma anche la burocrazia che spesso e volentieri demoralizza prima ancora di iniziare ad effettuare un evento.

Gli iter burocratici con le pubbliche istituzioni

Chi oggi vuole organizzare un qualsiasi evento, dalla gara paesana, alla Granfondo Internazionale, deve passare per iter burocratici spesso complessi e di cui in pochi conoscono le modalità. Il primo problema è che non c’è una modalità univoca per tutti i territori italiani, ma ogni regione, addirittura ogni provincia in alcuni casi, lavora a compartimenti stagni. Se quindi un iter amministrativo va bene per un territorio toscano, questo non andrà probabilmente bene in un territorio marchigiano e così via.

Le pratiche? Complesse, ma seguono degli iter oggettivi

Se però riusciamo a trovare tutti i modelli, gli stampati, le dichiarazioni e riusciamo a mandare via tutto entro 60 giorni dell’evento (tempistiche medie delle istituzioni pubbliche per i quali si richiedono i permessi), i nulla osta definitivi, (cioè quelli che arrivano dopo le richieste di integrazioni) arrivano solo pochi giorni prima dell’evento. Ecco perchè sempre più spesso le gare legate a queste tipologie di problemi, saltano pochi giorni prima. E del resto non è possibile calendarizzare un evento con così poco preavviso. La calendarizzazione viene fatta di solito, tramite una riunione preventiva tra gli interessati all’evento. Ma poi le casistiche che determinano o meno un permesso sono molteplici.

I problemi con i privati e gli interessi soggettivi

C’è da dire però che quando si ha a che fare con gli enti pubblici, pur contorta e complessa che sia la macchina burocratica, alla fine i nulla osta arrivano quasi sempre. Del resto, a meno che non si parli di grandi città, gli amministratori locali possono solo che ringraziare chi si impegna nel valorizzare un territorio, specie se questo ritorno di immagine è a costo zero. Il problema vero, arriva invece con i transiti privati, dove non esiste alcuna giuristizione equa se non il buonsenso dei proprietari terrieri.

Di solito ne esistono tre tipologie: chi è appassionato come noi e spalanca tutti i cancelli possibili, chi non è appassionato ma comunque non crea problemi di alcun genere e chi invece non ne vuol sapere. Proprio l’ultima categoria, spesso rappresentata da generazioni ormai molto lontane dalla nostra, sono quelle che creano i problemi maggiori, anche perché ricoprono poi, la stragrande maggioranza dei casi. Al contrario delle istituzioni dove un permesso è condizionato da vincoli più o meno certi, il permesso del privato è un nulla osta completamente soggettivo.

Ci vorrebbe più tutela negli eventi di un certo calibro

Come fare allora a promuovere e valorizzare dei territori a livello internazionale come può essere quello di Monteriggioni, se il territorio stesso è condizionato da tante proprietà che non permettono di raggiungere questo obiettivo? Sarebbe bello, alla luce di quello che sta succedendo in Toscana, ma che succede un po’ in tutta Italia, che eventi di un certo calibro abbiano più tutela da parte di chi rappresenta un territorio nel suo insieme. Anche perchè non si sta parlando di installare antenne radiofoniche, reti 5G, Centrali a Carbone, pale eoliche o discariche. Si sta parlando di dar la possibilitàa degli appassionati biker di scoprire un territorio. Non dovrebbe essere una cosa tanto difficile da comprendere…